La fine dell’attività di vertice della Sisley non ha interrotto a Treviso il cammino di uno dei settori giovanili meglio strutturati d’Italia. Ecco come il percorso è continuato anche senza la Serie A
di Michele Zanin*
* Direttore tecnico, allenatore Under 20 e Serie B Volley Treviso
Delineare le differenze tra il prima e il dopo Sisley Volley. L’input che mi è arrivato dalla redazione di Pallavolo Supervolley mi ha spinto a ripercorrere quelli che per me sono (ahimè ormai!) trent’anni di storia. È nel febbraio 2011 che Gilberto Benetton ha annunciato il disimpegno a partire dal luglio 2012 del gruppo che porta il suo nome dalle attività di volley e basket professionistico di Treviso. La notizia l’abbiamo appresa durante le finali di Junior League che si disputavano a Sestola tra la fine di maggio e l’inizio di giugno, che per noi si chiusero con un terzo posto. In quella fase ci sono state infinite riunioni e riflessioni sull’opportunità di continuare almeno con l‘attività giovanile, pur non avendo più il riferimento della prima squadra in Serie A, o chiudere per sempre l’esperienza Sisley, in tutte le sue componenti. Nella memoria avevamo alcuni precedenti importanti, certamente non positivi: prima il Maxicono Parma, poi il Messaggero Ravenna, quindi la Mediolanum Milano a metà circa degli anni ’90. Tutti, dopo aver dominato la scena della massima serie e dell’attività giovanile, avevano vissuto la medesima situazione. Nei primi due casi c’era stato un lento ma inesorabile declino, nel terzo una “migrazione” di massa verso Cuneo, che qualche anno più tardi avrebbe vissuto la stessa esperienza (per poi risollevarsi piano piano fino ai giorni nostri). Insomma i precedenti ci mettevano in guardia: tra tecnici e dirigenti, dopo anni di esperienze straordinarie, non avremmo accettato un ridimensionamento degli obiettivi, pur sapendo che sarebbe stato molto complicato proseguire. Grazie alla perseveranza e la cocciutaggine di tre soci (Gravina, Canal e De Conti) e attualmente alle fresche energie del nuovo presidente David Moro (artefice, assieme a Michele De Conti, tra le diverse iniziative, dell’accordo di collaborazione instaurato con Trentino Volley), Volley Treviso ha potuto continuare a vivere, ottenere buoni risultati e costruire atleti altrettanto validi.
Cosa è cambiato in questi anni? Cosa, della nostra esperienza, può essere utile per chi ci legge, per chi è appassionato, per chi ama questo gioco?
Foresteria
La riduzione del budget ha provocato il primo cambiamento importante: abbiamo ridotto drasticamente la presenza degli atleti ospitati nella foresteria della Ghirada. Dovevamo fare i conti con questa mutata situazione. Faccio un esempio su due annate a caso. Nel 1988-1989 Enrico Cester, Gabriele Maruotti, Oleg Antonov, Lorenzo Bonetti, Nicola Puhar, Jiri Kovar, Giulio Sabbi e Luca Calderan erano ospitati in Ghirada. Si aggiungono a questi altri ragazzi della zona di Treviso: Alessandro Chiodin, Lorenzo Busi, Ludovico Dolfo, Matteo Bortolozzo, Federico Vanin, Davide Candellaro. La maggior parte di loro ha giocato o gioca in serie A ed è stata in nazionale, altri (pochi) hanno scelto altre strade al termine del settore giovanile. La riduzione dei posti in Ghirada è stato un primo passo di ridimensionamento. Per rimanere a buon livello abbiamo dovuto lavorare con maggior precisione sul reclutamento nel territorio, allargando, se possibile, il perimetro all’interno del quale individuare i giocatori. Non abbiamo mai avuto una vera struttura di scouting ma sono sempre stati i tecnici, in particolare quelli delle categorie più giovani (Roberto Pinarello, Alberto Tosatto, Leonardo Renosto e Diego Martin) a fare il grosso del reclutamento sfruttando il loro “fiuto” nel leggere le potenzialità dei giovani atleti. Il “fiuto”, in mancanza di dati oggettivi, è una qualità che si lega strettamente all’esperienza: aver visto generazioni di atleti e poter proiettare le capacità dei ragazzi fin da giovani nel futuro, intuendone le possibilità di crescita. Anche l’aspetto del dialogo e della collaborazione con le famiglie viene curato con più attenzione: l’hashtag #wearefamily vuole interpretare in una parola il sentimento che muove gli staff nel formare i gruppi e nel promuovere i singoli atleti.
Il buon lavoro degli anni della Sisley ha fatto sì che molti ragazzi vogliosi di apprendere abbiano continuato a bussare alla nostra porta, per migliorarsi e provare ad accedere ai livelli più alti di qualificazione: sono le stesse società del territorio che, quando hanno un ragazzo interessante, ci propongono di valutarne le capacità, di testarlo e, nel caso, di allenarlo. Non nego che con qualche società limitrofa ci siano state delle incomprensioni, ma sono casi limitati.
Gli spazi
E veniamo alla questione che più mi sta a cuore: l’aspetto tecnico. Gradualmente, dopo l’uscita da Sisley Volley, gli spazi all’interno della Ghirada si sono ridotti. Abbiamo dovuto iniziare un “pellegrinaggio” nelle palestre cittadine e, nonostante i venticinque anni di attività, per il Comune di Treviso eravamo una società “giovane”. Le esigenze di ore e di qualità delle palestre per una squadra che aspira all’alto livello mal si concilia con i ritmi e i tempi dell’amministrazione che, causa una certa carenza di spazi, ha faticato inizialmente a collocarci. Devo dire che, piano piano, quello che all’inizio era un problema, si è tramutato in una risorsa. Oggi possiamo disporre, su più impianti, di orari abbastanza corposi e alcuni gruppi, i più giovani, si allenano di più ora rispetto ai tempi della Sisley. Attualmente solo il gruppo Under 20/Serie B e per una serata il gruppo Under 18/Serie C si allena nelle strutture della Ghirada (campi all’aperto, sala pesi, ambulatorio e palestre) mentre gli altri lavorano all’esterno. Il problema degli spazi si lega a un’altra questione: il nostro vanto è sempre stato il dialogo continuo, la collaborazione tra i tecnici. Non poter vedere al lavoro i gruppi con costanza è senz’altro un limite al quale speriamo di trovare soluzione: avere una nostra casa è tutt’ora un obiettivo prioritario.
I tecnici
La struttura tecnica è rimasta praticamente immutata. Gli allenatori delle categorie Under 12, 13, 14, 16, 18 e 20 lavorano assieme da molto tempo, compresi gli assistenti, il preparatore fisico e il fisioterapista. Questa è la struttura “ideale”: un gruppo per ogni fascia d’età fino all’Under 14. Purtroppo la carenza di spazi non ci ha permesso di ampliare il numero di squadre, cosa che, in molte stagioni, sarebbe stata auspicabile. Credo che questa formula sia adatta a un settore giovanile: tecnici che hanno reciproca stima, che dialogano apertamente, che si scambiano informazioni e consigli tecnici, che gestiscono gli atleti in modo che, a seconda delle capacità e del grado di maturazione, abbiano gli stimoli giusti per crescere. Tecnici motivati e specializzati a lavorare nella propria fascia d’età, calati con piacere nel loro ruolo. Questo fa sì che si ottenga una elevata conoscenza delle dinamiche tecniche, tattiche, comportamentali dei vari momenti di sviluppo e delle possibili variabili connesse. La struttura stabile e il buon grado di interazione tra tecnici consente di lavorare su un curriculum che è in costante continuità da un punto di vista tecnico-tattico. Quando parlo di struttura stabile mi riferisco a tutte le componenti: il preparatore fisico Alberto Andreoli è con noi dal 2007, così come il mio vice Federico Salvego. Il nostro fisioterapista Stefano Cal lavora nel settore giovanile dal 2010, ma con la serie A collaborava da cinque anni. Il dirigente accompagnatore dell’Under 20/Serie B Guido Ordaliso è con me da trent’anni! Non mi dilungo, ma la struttura è composta da persone che hanno grande affinità in tutte le categorie.
I campionati
Il gruppo Under 12, allenato da Roberto Pinarello, molto largo come fasce d’età, è impegnato in tutte le iniziative che la Federazione sta promuovendo in questo periodo (spikeball, 3 contro 3…) e nel primo approccio al sei contro sei, tutte esperienze fatte per far innamorare i più piccoli al nostro gioco. Il gruppo Under 13 gioca nel proprio campionato, che viene organizzato in Veneto fino alla fase regionale e si disputa 6 contro 6, e nel campionato Under 14. L’allenatore è Alberto Tosatto. L’Under 14 è impegnata anche nel torneo Under 16 ed è allenata da Leonardo Renosto. Il gruppo Under 16 disputa il campionato di Prima Divisione provinciale e sta disputando i play off promozione per la serie D Regionale. Allenatore Diego Martin. La squadra Under 18, allenata da Giovanni Cappelletto, in questa stagione disputa il campionato di serie C regionale, dopo aver partecipato per diversi anni partecipato a quello di serie D, probabilmente più adatto quando, gareggiando per annate dispari, il campionato era disputato dall’Under 17. Attualmente la squadra sta disputando i play off promozione. Il gruppo Under 20 disputa anche il campionato di Serie B; solo in qualche stagione con alcuni “fuori quota” per completarne la maturazione tecnica. Quello attuale è il ventiduesimo campionato di serie B che disputiamo. Abbiamo fatto, in era Sisley, qualche “puntata” anche in B1, vincendo la B2 sul campo e lottando poi per conservare la categoria che, per il livello di gioco, rappresentava una vera e propria sfida.
Sono, quelle elencate, modalità comuni a molte società del nostro livello. A mio parere è importante iniziare a confrontarsi presto con la pallavolo degli adulti, anche quando l’altezza della rete è diversa (Prima Divisione e campionato Under 16 ad esempio), specie se nel gruppo ci sono atleti alti, che devono imparare a gestire i fondamentali (dalla ricezione, all’attacco al muro) con modalità e adattamenti a seconda di quello che la situazione richiede. Ritengo altrettanto fondamentale il confronto con i pari età, per tutte le categorie, compresa l’Under 20 (cosa che quest’ultimo anno è stata, a mio parere erroneamente, abbandonata dalla Federazione e demandata solo alla Lega di Serie A con la competizione denominata Junior League). In particolare, se le qualità del gruppo lo consentono, la partecipazione a tornei e a finali. Sono questi momenti fondamentali che, per il coinvolgimento emotivo che suscitano, valgono un’intera stagione. In questi frangenti si può capire di che pasta sono fatti veramente i nostri atleti e come reagiscono alle tensioni che solo lo sport praticato a questi livelli di competizione può dare. Il confronto con i pari età stimola la voglia di migliorarsi continuamente.
Gli atleti
Negli anni che hanno visto la nascita di Volley Treviso sono “esplosi” alcuni atleti, altri ancora stanno per “sbocciare”: Daniele Marini (94), Sebastiano Milan (95), Riccardo Mazzon (96), Sebastiano Marsili (96), Marco Norbedo (96), Davide Cester (97), Alessio Alberini (98), Alberto Saibene (98), Davide Fiscon (98), Enrico Pilotto (98), Lorenzo Sperotto (99), Lorenzo Cortesia (99) per rimanere ad atleti che hanno avuto la fortuna e la capacità di calcare i parquet di A1 e A2. Altri hanno scelto strade diverse, come Daniele Benotto e Simone Chinellato: il primo è tecnico nazionale del beach volley, il secondo atleta di primo livello sempre sulla sabbia. Altri giocatori si affacciano alle nazionali giovanili: Alberto Pol e Paolo Porro (2001), Federico Crosato (02), Edoardo Cunial (04), senza contare l’apporto che Volley Treviso dà alle rappresentative territoriali e regionali. È chiaro che questi nomi rappresentano la punta di un iceberg, atleti che, per qualità tecniche, struttura atletica o capacità fisiche emergono in modo particolare, ma molti altri, per impegno, dedizione, attaccamento alla maglia andrebbero menzionati, poiché costituiscono il tessuto connettivo delle squadre in cui militano.